L’ipertensione può influire sulla salute ginecologica in molti modi, ad esempio alterando il tono del muscolo liscio all’interno della vagina o interferendo addirittura con il ciclo mestruale.

L’ipertensione può ridurre il flusso di sangue verso la vagina, abbassando i livelli di monossido di azoto, una sostanza chimica che favorisce il rilassamento muscolare. In alcune donne può causare:

  • riduzione della libido o difficoltà a provare eccitazione;
  • difficoltà a raggiungere l’orgasmo;
  • secchezza vaginale.

Da uno studio è emerso che l’ipertensione nelle donne era correlata a difficoltà nel mantenimento dell’eccitazione sessuale, riduzione dei pensieri sessuali, scarsa valutazione dei rapporti, difficoltà a eccitarsi con fantasie sessuali, aumento della secchezza vaginale nell’anno precedente, riduzione della frequenza dei contatti sessuali nell’anno precedente e rifiuto degli approcci sessuali del partner.
Lo stesso studio ha scoperto che la percentuale di donne che aveva rapporti sessuali regolari era minore nel gruppo delle pazienti ipertese.

Donna che si misura la pressione

Le donne con ipertensione arteriosa polmonare durante le mestruazioni sperimentano fluttuazioni della funzionalità polmonare, a causa degli ormoni estradiolo e deidroepiandrosterone solfato (DHEA-S). Questi ormoni, a loro volta, influenzano la trascrizione dei microRNA contenuti nelle vescicole extracellulari, implicati nella patobiologia delle malattie vascolari polmonari e del cancro.

La preeclampsia severa è un tipo di ipertensione che si verifica durante la gravidanza e può avere conseguenze serie sulla salute di madre e neonato. Da uno studio, infatti, è emerso che le donne con preeclampsia severa avevano una maggiore abbondanza relativa di Prevotella bivia nel loro microbioma vaginale.

Alcuni farmaci antipertensivi, inoltre, possono influire sulla funzione sessuale e/o sulla libido:

  • la disfunzione sessuale farmaco-indotta è un effetto collaterale ben noto degli antipertensivi negli uomini, mentre i dati sulla funzione sessuale femminile sono molto minori;
  • le evidenze attuali suggeriscono che clonidina, metildopa, guanetidina e reserpina sono associate a effetti avversi sulla funzione sessuale.
    • In volontari sani, il labetalolo sembra ridurre la lubrificazione vaginale, ma non vi sono studi su pazienti che ricevono il farmaco a scopo terapeutico.
    • I diuretici tiazidici sono associati a un peggioramento dei problemi sessuali, che sembrano essere alleviati dalla riduzione del peso corporeo.
    • Le evidenze attuali sugli effetti dei vasodilatatori sono limitate; tuttavia, i dati disponibili suggeriscono che la funzione sessuale nelle donne che assumono gli antagonisti del calcio non viene alterata dal passaggio a un inibitore dell’enzima di conversione dell’angiotensina (Angiotensin Converting Enzyme, ACE).