È sicuro assumere antibiotici in gravidanza?

Gli antibiotici rappresentano quasi l’80% dei farmaci prescritti alle donne in gravidanza e circa una donna incinta su 4 si troverà nella condizione di doverli assumere.

L’esposizione agli antibiotici durante la gravidanza può ripercuotersi sulla salute dei neonati, con effetti sia a breve termine (provocando, ad esempio, anomalie congenite) che a lungo termine (predisponendo il neonato a cambiamenti nel microbioma intestinale, asma, dermatite atopica, ecc.).

Le informazioni sulla sicurezza e sull’efficacia degli antibiotici in gravidanza, però, sono piuttosto limitate, perché gli studi randomizzati e controllati spesso non sono fattibili sulle donne incinte, oltre a essere potenzialmente non etici. Molte volte, infatti, la gravidanza è un criterio di esclusione dagli studi clinici. Si stima che solo il 10% dei farmaci commercializzati a partire dal 1980 disponga di dati sufficienti riguardo alla somministrazione durante la gravidanza.

Donna incinta che sta per prendere una pastiglia

Quali antibiotici sono consentiti e quali controindicati?

Gli antibiotici come i beta-lattamici, la vancomicina, la nitrofurantoina, il metronidazolo, la clindamicina e la fosfomicina sono generalmente considerati sicuri ed efficaci in gravidanza. I fluorochinoloni e le tetracicline sono, invece, da evitare.

Classificate dalla FDA come appartenenti alla “Categoria D” di sicurezza per l’uso in gravidanza, le tetracicline hanno mostrato effetti teratogeni sull’uomo e sono controindicate dopo il quinto mese:

  • sono associate a difetti congeniti e, ad alti dosaggi, possono provocare tossicità epatica nella madre;
  • in generale, penetrano nei tessuti e nei fluidi corporei, compresa la placenta, e se usate oltre il secondo trimestre possono legarsi al calcio del feto in via di sviluppo e causare anomalie di colorazione permanenti di ossa e denti;
  • in rari casi, alle donne incinte affette da malattie potenzialmente letali trasmesse da zecche, può essere somministrata la doxiciclina.

I fluorochinoloni rientrano nella “Categoria C” di sicurezza per l’uso in gravidanza e, nella maggior parte dei casi, sono controindicati. Il loro utilizzo è previsto solo in mancanza di alternative. Sembra, infatti, essere emersa un’associazione tra i fluorochinoloni e la tossicità renale, i difetti cardiaci e la tossicità del sistema nervoso centrale nei feti.

I sulfamidici possono comportare un lieve rischio di patologie cardiache, labbro leporino e ittero. In genere, questi farmaci vanno evitati durante il primo trimestre di gravidanza e in prossimità del parto.