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Il ringiovanimento vaginale è un termine ampio che si usa per indicare i trattamenti correttivi per la vagina e si riferisce a diversi interventi, invasivi e non invasivi, che ne ripristinano il funzionamento ottimale. Questo tipo di interventi mira principalmente a ridurre l’ampiezza della vagina per garantire funzionalità e benessere.
Si tratta di un concetto molto antico, che risale a più di mille anni fa e fu descritto per la prima volta da Trotula nel 1050 d.C. nel testo “Trattamenti per le donne”, in cui spiegava come suturare le lacerazioni vaginali dopo il parto. Da allora, grazie alle innovazioni tecnologiche in continuo sviluppo, si sono diffusi molti trattamenti, sia di tipo chirurgico che non chirurgico.
Perché le donne si sottopongono a interventi di cosmesi vaginale?
Le donne che si sottopongono a questo tipo di interventi, lo fanno principalmente per motivi estetici, ma può succedere anche che decidano di farlo perché avvertono fastidio quando indossano alcuni indumenti, quando fanno sport o quando hanno rapporti sessuali. A volte, l’aspetto irregolare e l’asimmetria delle parti genitali possono essere visibili attraverso i costumi da bagno o rendere difficoltoso l’inserimento degli assorbenti.
Tipi di intervento
Gli interventi di ringiovanimento vaginale sono in costante crescita, sia per quanto riguarda le tipologie di trattamento che il numero di pazienti che vi si sottopongono, gli studi clinici e le controversie che sorgono intorno al tema.
Le aziende farmaceutiche e tecnologiche stanno sviluppando diverse tecniche, sia invasive che non invasive. Tra i sistemi basati sull’utilizzo di energia, vanno per la maggiore i dispositivi laser e quelli a radiofrequenza, ma anche i filler e il plasma ricco di piastrine possono essere soluzioni efficaci per risolvere problemi legati alla salute intima.
Interventi non invasivi
Fra i trattamenti non invasivi rientrano tutti quelli basati sull’utilizzo di energia, come la radiofrequenza (che usa onde elettromagnetiche simili a quelle del forno a microonde) o il laser CO2. Questi trattamenti possono essere effettuati per finalità estetiche o per risolvere problemi legati all’età, come la lassità vaginale e l’incontinenza urinaria.
Oltre a stimolare la rigenerazione del collagene, la contrazione delle fibre di elastina e la neovascolarizzazione, migliorano anche la lubrificazione vaginale.
Interventi invasivi
La vaginoplastica è un intervento invasivo che prevede il restringimento chirurgico della vagina e la correzione di danni o deformità. L’intervento si esegue in un centro chirurgico, in anestesia locale o regionale, e consiste nel restringimento del canale vaginale per tutta la sua lunghezza.
Risultati
Ad oggi non esiste un numero sufficiente di studi in grado di fornire un quadro esaustivo dei risultati.
- Sicurezza: i risultati clinici di questi interventi sono stati valutati in termini di sicurezza ed efficacia da diversi studi basati su revisione paritaria, ma non esistono ancora parametri e scale di misurazione oggettivi e convalidati.
- Non sono supportati dagli enti medici: la sicurezza e l’efficacia di questi interventi non sono ancora accertate.
- I dati clinici non sono sufficienti; tuttavia, alcuni studi clinici per il miglioramento dell’atrofia vulvovaginale e dell’incontinenza urinaria da sforzo effettuati con laser Er:YAG (laser a base di granato di alluminio e ittrio drogato con erbio), hanno mostrato risultati positivi.
- Uno studio prospettico pilota effettuato su 45 donne in postmenopausa con sindrome genitourinaria prevedeva tre sessioni di trattamento laser Er:YAG a intervalli di 30 giorni. I risultati sono poi stati confrontati con quelli ottenuti su un gruppo di 25 donne in postmenopausa, sottoposte a un trattamento ormonale standard a base di gel vaginale. I dati hanno mostrato che, rispetto al gel vaginale, il trattamento con Er:YAG ha portato a una significativa riduzione della secchezza e della dispareunia, nonché a un significativo miglioramento dell’incontinenza urinaria.
- Un altro studio ha analizzato campioni vaginali ex-vivo di donne in postmenopausa e ha rilevato, in seguito a un trattamento con laser CO2 frazionato, un rimodellamento del tessuto senza danni ai tessuti circostanti. Uno studio successivo che ha valutato l’efficacia del laser CO2 frazionato microablativo nel trattamento di pazienti in menopausa sessualmente attive con dispareunia correlata all’atrofia vulvovaginale ha mostrato un miglioramento significativo a 12 settimane di follow-up.
Sebbene i trattamenti basati sull’energia siano promettenti, per trarre conclusioni definitive e utilizzarli come opzioni standard, preventive o di prima linea, sono necessari studi più ampi, in doppio cieco e con controllo randomizzato.
Rischi
Interventi che non danno nessun miglioramento: uno studio ha riportato il caso di tre donne in premenopausa che si sono sottoposte a un intervento laser vaginale per il restringimento, senza ottenere alcun risultato.
Possibilità di riportare cicatrici o indebolire il tessuto e rendere più difficili eventuali operazioni successive: le stesse tre donne sono state poi sottoposte a interventi di riparazione e la loro mucosa genitale è risultata cicatrizzata o indebolita, condizione che ha complicato l’intervento e la dissezione.
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I canoni di bellezza spesso poco realistici proposti dai media, a volte, generano sentimenti di insicurezza legati all’aspetto della propria vulva. Questo può spingere alcune donne a sottoporsi a interventi estetici, ma è importante ricordare che esistono vulve di qualsiasi forma, colore e dimensione, ed è questo che le rende così meravigliose e uniche! Se stai pensando di sottoporti a un qualsiasi tipo di procedura estetica, informati sempre su cosa comporta e sui rischi associati. |