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“Perdite vaginali” è il termine medico generale che si usa per indicare qualsiasi che fluido fuoriesca dalla vagina: è, quindi, un termine ombrello che include sia le perdite cervicali sia le secrezioni prodotte con l’eccitazione. Le prime sono secrezioni che cambiano nel corso del ciclo mestruale, mentre le seconde sono costituite dal muco prodotto durante il ciclo di risposta sessuale, probabilmente dalle ghiandole di Skene e Bartolini.
Come ogni secrezione umana, anche le perdite vaginali possono avere caratteristiche molto diverse in termini di abbondanza, consistenza, colore e odore in relazione all’età, ai livelli ormonali, al tipo di dieta seguita, ai farmaci assunti o al fatto di trovarsi in uno stato di malattia o benessere.
Per la donna, imparare a riconoscere la possibile causa di una variazione di aspetto del muco vaginale o dello sviluppo di cattivo odore intimo è particolarmente importante perché permette di intraprendere rapidamente azioni in grado non soltanto di eliminare l’imbarazzante fastidio, ma anche e soprattutto di far regredire i disturbi che l’hanno determinato, tutelare la salute intima e riproduttiva e prevenire eventuali complicazioni e recidive. A riguardo, va ricordato che la presenza di un’infezione vaginale aumenta la probabilità di contrarne altre durante rapporti sessuali non protetti, comprese quelle determinate dai virus dell’epatite B e C e l’HIV.
Composizione e funzione delle perdite vaginali
Le perdite vaginali sono composte da cellule dei tessuti di cervice e vagina, miste a batteri, muco e acqua.
La loro funzione è quella di lubrificare e proteggere il tratto vaginale e urinario dalle infezioni, mantenendo una microflora vaginale sana attraverso la rimozione delle cellule morte e dei batteri. La quantità e la consistenza del muco cervicale cambia durante il ciclo mestruale per impedire o facilitare il movimento dello sperma attraverso la cervice e nella vagina.
La quantità di perdite dipende dallo stato di salute, da un’eventuale gravidanza, dall’età, dall’equilibrio ormonale e dalla fase del ciclo mestruale.
Nelle donne in età riproduttiva in salute, la cervice produce ogni giorno circa 20-60 mg di muco (1-4 ml); tuttavia, durante la fase intermedia del ciclo, la quantità aumenta fino a 700 mg al giorno. Generalmente, il fluido è trasparente, di consistenza mucosa, di colore bianco-giallastro e inodore (ma può anche essere leggermente maleodorante).
A partire da uno o due anni prima della pubertà e fino a dopo la menopausa, avere perdite vaginali è normale e indica una buona salute intima. La quantità di perdite tende ad aumentare quando i livelli di estrogeni si alzano, ad esempio in seguito all’uso di contraccettivi ormonali, quando si seguono terapie ormonali sostitutive, in prossimità dell’ovulazione, nella settimana precedente alle mestruazioni e durante la gravidanza. Quando i livelli di estrogeni sono bassi, le perdite sono minime, come avviene durante la menopausa, subito dopo il parto (soprattutto se si allatta), quando si prendono medicinali che interferiscono con la regolazione degli ormoni riproduttivi (come quelli per il trattamento del cancro al seno o alcuni agonisti dell’ormone di rilascio delle gonadotropine), in caso di rimozione delle ovaie oppure durante la chemioterapia e la radioterapia pelvica.
Altri fattori che influenzano la quantità di perdite sono l’attività sessuale, la presenza di un’infezione, alcuni farmaci, la genetica e l’alimentazione.
Perdite normali e anormali
Le perdite vaginali variano, per quantità e qualità, da una donna all’altra ma anche a livello individuale, per cui esistono delle perdite che possono essere definite “normali”.
Le perdite vaginali normali sono spesso descritte come perdite bianche o trasparenti, dall’odore mai troppo forte. Quando si seccano, possono lasciare un segno giallastro sulla biancheria intima e la loro consistenza cambia nel corso del ciclo mestruale. Le perdite “sane” possono avere una consistenza densa e appiccicosa oppure elastica e viscida. Generalmente, questo tipo di perdite non è associato ad altri sintomi come prurito, arrossamento, gonfiore o cattivo odore; benché a volte un leggero odore e una lieve irritazione rientrino nella normalità, possono anche essere indice di qualche problema.
Le perdite vaginali anomale sono caratterizzate da un cambiamento di colore, consistenza, quantità e odore, e possono essere accompagnate da altri sintomi come prurito, dolorabilità, disuria, dolore pelvico, sanguinamento dopo i rapporti sessuali o tra una mestruazione e l’altra. Se la qualità o l’andamento delle perdite sono molto diverse rispetto al solito, è probabile che ci sia qualche problema.
Per risalire alla possibile causa di perdite vaginali anomale è necessario considerare soprattutto tre elementi chiave: colore, consistenza e odore delle secrezioni. La quantità di muco prodotto, invece, non rappresenta un criterio affidabile né per riconoscere l’origine del disturbo né per stabilirne la gravità, poiché l’entità delle perdite è molto variabile da donna a donna e, spesso, anche nella stessa donna, da episodio a episodio.
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Guida alla consistenza delle perdite vaginali
La qualità delle perdite vaginali può cambiare per effetto di infiammazioni, infezioni o delle fluttuazioni degli ormoni riproduttivi durante il ciclo mestruale.
Consistenza | Interpretazione |
Albume d’uovo | Normale: segnala la preparazione all’ovulazione. Viscosità ideale per il trasporto dello sperma attraverso la cervice per ottenere la fecondazione. |
Cremosa | Normale: comune prima o dopo l’ovulazione. |
Appiccicosa | Normale: alcuni giorni prima o dopo le mestruazioni. |
Grumosa | Anormale: consultare un medico o un ginecologo. Secrezioni simili ai fiocchi di latte sono un segno rivelatore di infezione da lievito. |
Schiumosa | Anormale: consultare un medico o un ginecologo. Secrezioni di questo tipo possono essere indicative di un’infezione da tricomoniasi, soprattutto se di colore giallo/verde. |
Quando rivolgersi al medico?
All’origine della comparsa di secrezioni vaginali più abbondanti e/o con caratteristiche diverse dall’abituale, nella maggioranza dei casi, si riconoscono infezioni genitali causate da batteri o protozoi patogeni contratti da un partner infetto (anche se spesso asintomatico) durante rapporti sessuali non protetti. Un’altra possibile causa è la “disbiosi”, ossia alterazioni transitorie dell’ecosistema vaginale che portano alcuni tipi di microrganismi potenzialmente dannosi a prevalere sulla componente protettiva, costituita prevalentemente da lattobacilli.
Si consiglia di rivolgersi al medico quando la quantità, la consistenza, il colore o l’odore delle perdite cambia in maniera significativa rispetto al solito e, in particolare, se sono accompagnate da altri sintomi come prurito, dolorabilità, sanguinamento dopo i rapporti sessuali o tra una mestruazione e l’altra, dolore durante la minzione, dolore pelvico o sospetto rischio di esposizione a infezioni sessualmente trasmissibili (IST).
Pulizia della vulva e della vagina |
Lavare delicatamente la vulva tutti i giorni usando prodotti detergenti intimi formulati e testati specificamente per l’uso nella zona vulvare, ipoallergenici, privi di sapone, rispettosi del pH, non aggressivi, privi di sostanze irritanti, che proteggano dalla secchezza e mantengano l’equilibrio della microflora.
Usare le mani per lavare i genitali esternamente e poi tamponare con un asciugamano morbido. Non lavare la vagina internamente: provvede da sola alla sua pulizia tramite la fuoriuscita delle perdite. Evitare, quindi, le lavande interne, che danneggiano il normale equilibrio batterico della vagina e possono causare infezioni, IST e problemi di fertilità. |
Come le mestruazioni e gli ormoni influenzano le perdite
La produzione delle perdite vaginali è modulata dagli estrogeni che agiscono sulle cellule epiteliali della vagina e della cervice. Quindi, i cambiamenti dei livelli ormonali possono influire sulla quantità, sulla consistenza, sull’odore e sul colore delle perdite vaginali.
Le diverse fasi del ciclo mestruale sono associate a quantità diverse di ormoni riproduttivi, che a loro volta modificano la composizione delle perdite vaginali.
Variazioni improvvise e immotivate del regolare andamento delle perdite, sia per quanto riguarda la consistenza (troppo liquide o troppo dense), il colore (grigio, verde, giallo o marrone), l’odore (pungente e che ricorda l’odore di pesce) o la quantità (più abbondanti del solito), possono essere il segnale di un problema e richiedere una visita medica.
Intorno ai 50 anni, il sistema riproduttivo inizia a entrare in quiescenza e i livelli di estrogeni diminuiscono gradualmente con effetti evidenti, tra cui una minore produzione di secrezioni vaginali.
Effetti della chirurgia transgender sull’odore e sulle perdite
Le persone che si sono sottoposte a un intervento chirurgico per l’affermazione di genere , con la creazione di una neovagina, possono presentare sintomi ginecologici come perdite anomale, prurito e cattivo odore, dovuti a una gamma più diversificata di anaerobi e a un minor numero di specie di Lactobacillus.
Il trattamento ormonale non induce la produzione di secrezioni vaginali nelle persone che effettuano la transizione da genere maschile a femminile e, a meno che l’intervento non sia stato eseguito con la tecnica della colonvaginoplastica, sarà necessaria la lubrificazione artificiale.
Odore e perdite vaginali nelle diverse fasi del ciclo mestruale
Fase del ciclo mestruale | Secrezioni vaginali | Odore vaginale |
Mestruazioni | Non si producono molti fluidi cervicali a causa dei bassi livelli di estrogeni e progesterone | Metallico o simile al rame, a causa della presenza di sangue. |
Fino all’ovulazione | Dense e appiccicose mentre i livelli di estrogeni aumentano, diventando più umide e cremose. Possono apparire bianche, torbide o addirittura lasciare una tinta giallastra quando si asciugano sulla biancheria intima. | Leggero odore vaginale. |
Intorno all’ovulazione | Elastiche e trasparenti, diventano più scivolose all’aumentare del contenuto d’acqua. Assomigliano all’albume d’uovo crudo, che può essere allungato con le dita quando gli estrogeni raggiungono il picco uno o due giorni prima dell’ovulazione. La quantità può essere fino a 20 volte maggiore rispetto ad altre fasi del ciclo. | È molto probabile che le secrezioni vaginali a metà del ciclo mestruale abbiano un odore più forte, a causa della maggiore quantità prodotta in questa fase. |
Fase luteale | Appiccicose, secche o assenti. Diventa più fibroso e difficile il passaggio degli spermatozoi, con quantità prodotte che diminuiscono rapidamente sotto l’influenza del progesterone, che inibisce la secrezione di liquidi dalle cellule epiteliali cervicali. | Leggero odore vaginale. |
Come la menopausa influenza le perdite
La perimenopausa indica il periodo di transizione verso la menopausa, che inizia con la comparsa di irregolarità mestruali e altri sintomi evidenti, causati dalla diminuzione della produzione di estrogeni e progesterone, e termina dopo un anno senza mestruazioni (amenorrea). La perimenopausa può durare dai 7 ai 14 anni e tende a iniziare intorno ai 50 anni di età.
La menopausa, invece, inizia dopo un anno di amenorrea e segna il passaggio dalla perimenopausa alla postmenopausa.
Durante la perimenopausa, l’instabilità dei livelli di estrogeni può avere diversi effetti:
- le perdite assumono una colorazione marrone, con una consistenza che può essere sia liquida e acquosa che densa e grumosa (in nessuno dei due casi c’è da preoccuparsi);
- la diminuzione dei livelli di estrogeni ha un impatto diretto sulla produzione delle perdite, che si riducono gradualmente fino alla menopausa;
- la riduzione della quantità di estrogeni e progesterone, tuttavia, può causare assottigliamento, secchezza e irritazione della vagina, a cui l’organismo può rispondere producendo ulteriori perdite.
Durante la menopausa, invece, il corpo ritrova un nuovo equilibrio e i livelli di estrogeni si stabilizzano. Concentrazioni di estrogeni basse e stabili impediscono la produzione eccessiva di perdite.
Si raccomanda di rivolgersi al medico se le perdite vaginali assumono una colorazione gialla, verde o grigia, se diventano schiumose, spesse o grumose, se contengono sangue, se sono insolitamente appiccicose o se hanno un odore forte e sgradevole. È consigliabile richiedere un consulto medico anche in caso di forte prurito, bruciore o dolorabilità, dolore pelvico o addominale, eruzioni o piaghe genitali, dolore durante i rapporti sessuali o durante la minzione.
Sebbene sia rara, la vaginite infiammatoria desquamativa è più comune durante la perimenopausa e la menopausa. La sua causa non è chiara, ma spesso è associata a cambiamenti nelle perdite vaginali.
Come i contraccettivi influenzano le perdite
Alcuni contraccettivi possono influire sull’odore e sulle perdite vaginali.
- I contraccettivi orali combinati possono influenzare positivamente la microflora vaginale, contribuendo ad aumentare i lattobacilli “sani” e a ridurre le concentrazioni dei batteri associati alla vaginosi batterica.
- I dispositivi intrauterini ormonali e al rame sono associati a un aumento del rischio di vaginosi batterica, che potrebbe essere dovuto al sanguinamento irregolare (che col tempo tende a diminuire nelle utilizzatrici di dispositivi ormonali), alla presenza di un filo all’interno della vagina e/o di un corpo estraneo nell’utero, che provoca un aumento dei batteri anaerobi, oppure al flusso mestruale abbondante legato all’uso dei dispositivi al rame.
- Gli impianti contraccettivi subdermici contengono progestinici che possono causare irritazione e perdite vaginali.
- I contraccettivi ormonali iniettabili, medrossiprogesterone acetato (MPA) e noretindrone/noretisterone enantato (NET-EN), possono influire sulla composizione e sulla funzione del microbioma vaginale. Benché non siano stati segnalati in modo specifico, i cambiamenti del microbiota potrebbero avere effetti sull’odore e sulle perdite vaginali.
- L’anello vaginale contraccettivo a base di etonogestrel/etinilestradiolo può provocare infiammazioni genitali.
- Il cappuccio cervicale e il diaframma sono metodi contraccettivi spermicidi associati a cambiamenti nella microflora vaginale, che possono predisporre al rischio di infezioni genitourinarie.
- Il preservativo può essere un fattore di rischio per irritazioni o allergie, ma protegge dalla vaginosi batterica.