Sentirsi a disagio nei confronti del sesso vuol dire provare sentimenti negativi riguardo a sé stessi in relazione al sesso, al piacere sessuale e alla sessualità. Questi sentimenti comprendono imbarazzo, ansia o disgusto e possono manifestarsi sotto forma di sensazioni fisiche (ad es: senso di costrizione alla gola) e/o pensieri negativi (ad es: “è stato un errore”).

Si può provare disagio per specifici atti sessuali, il proprio orientamento sessuale, il numero di partner sessuali (“troppi” o “troppo pochi”), le persone con cui si hanno avuto rapporti o anche, semplicemente, per il sesso in generale.

Ragazza pensierosa seduta per terra accanto al letto

Cause

Il senso di vergogna in relazione alla sfera sessuale deriva spesso da condizionamenti culturali su quali siano i comportamenti sessuali “buoni” o “normali” e che, in generale, rispecchiano i pregiudizi e le strutture di potere presenti nella società.

Nel corso della storia e ancora oggi, le società hanno definito due standard, spesso molto differenti, per il comportamento sessuale della donna e dell’uomo, atteggiamenti che sono di frequente rafforzati dalla religione, dall’istruzione e dalla politica.

Un esempio di questo doppio standard è la percezione comune che avere rapporti con più partner sia un comportamento riprovevole per le donne e un oggetto di vanto per gli uomini. Da uno studio condotto su ragazzi e ragazze in età scolare, infatti, è emerso che il 50% delle ragazze era stato oggetto di insulti e giudizi per comportamenti ritenuti disdicevoli contro il 20% dei ragazzi. Secondo una metanalisi, inoltre, nei paesi con livelli più elevati di parità di genere le probabilità di conformarsi al doppio standard sessuale sono minori.

Le identità e le preferenze sessuali degli appartenenti alla comunità LGBTQ+ sono spesso oggetto di discriminazioni a causa di credenze religiose o sono considerate disturbi mentali per via di convinzioni errate radicate nella comunità medica.

Un’educazione sessuale scorretta, a casa o a scuola, soprattutto se basata su una condanna dei comportamenti sessuali, può indurre i bambini e le bambine a sviluppare più avanti con l’età un senso di vergogna nei confronti del sesso. A scuola, ad esempio, questo tipo di educazione può tradursi in informazioni esagerate sulle malattie sessualmente trasmissibili e sul “tipo” di persone che le contraggono; a casa, invece, può verificarsi quando i genitori rimproverano i propri figli e figlie per comportamenti sessuali normali come la masturbazione.

La vergogna, infine, è un sentimento comune tra le persone che hanno subito violenze sessuali e può indurle a evitare completamente il sesso e i rapporti intimi.

Superare il disagio nei confronti del sesso

Pur essendo difficile da superare, il disagio nei confronti del sesso può essere affrontato in molti modi, ad esempio:

  • Normalizzando l’argomento del sesso: un modo semplice per superare i blocchi legati al sesso è iniziare a parlarne. Avere conversazioni che includano parole e concetti relativi al sesso con i propri amici più stretti può aiutare a liberarsi dal senso di vergogna.
  • Riflettendo su di sé: conoscere sé stessi e le proprie preferenze sessuali può aiutare a risolvere conflitti interni che possono portare a sentimenti di vergogna. Quest’esplorazione può avvenire, ad esempio, tenendo un diario personale sui propri pensieri e desideri sessuali oppure, in modo più fisico, attraverso la masturbazione.
  • Rivolgendosi a un terapista: il terapista può aiutare le persone ad analizzare i propri pensieri e le proprie convinzioni sul sesso e a lavorare sulle cause della vergogna, che possono essere molto radicate.

Come affrontare la vergogna

Il senso di colpa e la vergogna sono una parte fondamentale della vita, in quanto svolgono un ruolo importante per la nostra capacità di vivere insieme. Senza questi sentimenti, infatti, le famiglie e le comunità non potrebbero sopravvivere. Tuttavia, per molte persone, un senso di colpa e di vergogna molto forte o cronico è causa di un enorme stress emotivo.

Senso di colpa e vergogna vanno spesso di pari passo: una persona, infatti, può sentirsi in colpa per qualcosa che ha fatto e vergognarsi di come questo si riflette sulla sua identità, su ciò che è. Il senso di colpa è spesso esplicito e diretto, mentre la vergogna tende a occultarsi ed è quindi più difficile da riconoscere sia per la persona che ne soffre sia per chi cerca di aiutarla. La vergogna sembra essere più strettamente collegata alle reazioni corporee (ad esempio l’arrossamento) attraverso l’azione del sistema nervoso autonomo.

Prospettiva

Il corpo è uno dei fattori determinanti della vergogna: il modo in cui il corpo di una persona viene trattato dagli altri, infatti, soprattutto nei primi anni di vita, contribuisce in modo significativo alla sensibilità e al senso di vergogna della persona stessa.

I due concetti terapeutici chiave che entrano in gioco quando si lavora sul senso di colpa e la vergogna sono l’accettazione e il perdono.

Terapeuta che parla con una paziente

Terapie per superare la vergogna

Anche se non tutti traggono beneficio dalla terapia di gruppo, lavorare con un gruppo che funziona bene può essere utile per il trattamento della vergogna, perché aiuta i membri a non sentirsi soli nell’affrontare i propri sentimenti.

Nell’approccio cognitivo-comportamentale, la terapia dell’accettazione e dell’impegno ricorre a strategie come la mindfulness, il contatto con il momento presente, l’accettazione e altre tecniche cognitive (disidentificazione dai pensieri).

La terapia incentrata sulla compassione, nota anche come terapia integrata, è stata sviluppata in modo specifico per le persone con alti livelli di vergogna e autocritica, e attinge alla psicologia sociale, dello sviluppo, evoluzionista e buddista, nonché alle neuroscienze. Questo tipo di terapia si basa su tecniche di training mentale con esercizi mirati a sviluppare la capacità di provare compassione.